(B)LOGBOOK

 

restoring or new-built?

Oscar Kravina |  19/08/2025

Attorno al 2010 avevo inaspettatamente avuto notizia di un costruttore di barche, in Italia chiamato “maestro d'ascia”, nelle immediate vicinanze del mio paese di provenienza al confine con l’ Austria. Già alla mia primissima visita ho posto la domanda, che è poi diventata quasi un simpatico running gag. Vedendo in officina solo barche in restauro, chiesi: fai anche barche nuove? Dopo un anno e mezzo di apprendistato decisi di farne una io…

Ho imparato tantissimo col restauro, la costruzione artigianale di barche è la somma di generazioni di attenti maestri che con mezzi limitati hanno costruito in umiltà gli uni sugli altri, fino a perfezionare tecniche e soluzioni mature, adulte, si in fondo anche profondamente belle. Restaurare quella che nacque Meta e diventò poi Onice e infine Brigantes, vuol dire attingere alla raffinatezza che va indietro di secoli. Navi che per generazioni hanno trasportato carichi utili e importanti, migliorando di generazione in generazione, passando dal legno al ferro e poi all'acciaio fino al culmine di inizio novecento. Riprendere il discorso da dove è stato interrotto per poi cercare una via per andare avanti. Imparare le forme, specialmente, imparare l'approccio, gli stratagemmi, tenendosi a materiali di bassissimo impatto e soluzioni a misura d'uomo, per l'uomo.

Forse la lezione più profonda si riassume nella citazione diConrad, Lühring il costruttore del Brigantes: “se accarezza l'occhio, navigheràanche bene”. Anche per un mio avvicinamento al sail cargo stavo pensando a unanuova costruzione, quando mi sono imbattuto nell'occasione di questa vera perladella marineria mercantile. Trovare un bastimento con uno scafo e una stiva nonalterata e non trasformata, in fondo, in albergo galleggiante è stato un colpodi fulmine, una call to action da non ignorare. Ripartire da lì, forma perfettaper lo scopo senza l’ ausilio di materiali e tecnologie fornite dalla“megamacchina” con tutto il footprint che ha alle spalle. In fondo si tratta dicreare un ponte, bypassare i “padri” per ricongiungersi con i “nonni e anche bisnonni”,i Joseph Conrad’s e il loro spirito abbandonato e tradito da una modernità viziatadi energie e scorciatoie pressochè infinite.

Una nuova costruzione di stampo tradizionale è un' impresaforse ancora più sfidante, come dimostra la storia di Ceiba, meravigliosoprogetto nato negli stessi anni del Brigantes in Costa Rica, ora purtroppoanche fermo e di cui trapelano poche notizie. Auguro di cuore ai visionaridi Ceiba che anche da loro, come forse sta accadendo da noi, il nodo si sciolgae venga portato a termine quello che con titanico sforzo è stato raggiuntofinora. Perché il futuro deve vedere nuove navi, oltre il recupero di cosaancora rimane del glorioso passato dei velieri, e sta ai visionari e pionieridi decidere in quale spirito crearle.

Contribuisci anche tu alla rinascita del veliero cargo BRIGANTES!